Nonni e internet, amici senza stress: parola di Cecilia Stajano

Scritto da Stannah il 02-10-2013

Intervista di Alessandra Cicalini

 

Cecilia StajanoCecilia Stajano ha lo sguardo vispo di chi non ha paura di mettersi in gioco. Quando ha cominciato a coordinare il progetto “Nonni su internet”, promosso dalla Fondazione Mondo digitale nel 2003, era in fondo poco più che una ragazza, eppure non ha avuto un attimo di esitazione e ci si è buttata anima e corpo. “Ho avuto la fortuna di essere circondata da tutti e quattro i nonni a lungo”, racconta, “e  ho ancora negli occhi l’immagine di  mia nonna che giocava a Space Invaders! Mi è solo dispiaciuto che non ci fosse più quando sono partiti i nostri corsi di alfabetizzazione informatica”.

Chi sono gli anziani che frequentano le vostre lezioni?
È difficile darne un ritratto omogeneo. Sono molto diversi l’uno dall’altro, per cultura, interessi e percorsi di vita, però sono tutti accomunati da una caratteristica: un grandissimo bisogno di sentirsi ancora partecipi e di imparare.

Dove si tengono i corsi?
Nelle scuole: aggiungo anzi che la vera forza del progetto “Nonni su internet” sta proprio nel fatto di partire da lì.

In che senso?
La scuola continua a essere un grande catalizzatore sociale, soprattutto per gli anziani: chi vuole imparare qualcosa è ben contento di ripartire proprio dai banchi di un’aula, soprattutto se magari ha dovuto smettere di studiare troppo presto.

Selezionate gli anziani in qualche modo?
Assolutamente no: a Roma ci basiamo sui frequentatori dei Centri anziani, una realtà molto attiva nella città: poi certo, ci sono quartieri per bene, e le relative scuole più elitarie, e le scuole più periferiche, ma quel che ci interessa è spingere gli anziani a iscriversi ai corsi dei loro quartieri per favorire una maggiore integrazione nella propria realtà.

Come si svolge un vostro corso-tipo?
In genere si tratta di quindici lezioni di due ore ciascuna e ogni classe ospita circa venti anziani affiancati dai tutor scelti tra gli alunni.

Come vengono scelti i tutor?
Sono selezionati dai loro insegnanti e in genere seguono da uno a due anziani a ciascuno.

Come si comportano i ragazzi nelle vesti di “professori”?
Beh, ogni tanto si vendicano! A parte gli scherzi, si calano nel ruolo con molta serietà rivelando competenze che spesso stupiscono anche i loro docenti.

In che modo?
Per esempio rimangono meravigliati dalla capacità di concentrazione di quelli ritenuti più problematici. Capita spesso, poi, che siano proprio i ragazzi che hanno un cattivo rapporto con i genitori a frequentare più volentieri i corsi organizzati nel doposcuola per stare vicino ai loro nonni, gli unici che sembrano in grado di restituire loro valore.

Insomma, tra nipoti e nonni si crea un vero interscambio?
Certamente: i ragazzi insegnano ai secondi a non aver paura del computer, i nonni a fermarsi e ad ascoltare.

Invece che cosa pensa di aver imparato lei stessa in questi anni di “Nonni su internet”?
In verità ho confermato le mie convinzioni sul valore della terza età e sulla necessità di darsi sempre da fare. Da un altro lato, ho appreso da loro, osservando con quanta pazienza e serenità i nostri allievi imparano a usare il mouse o a navigare, che non serve andare di fretta e che le tecnologie vanno usate, non bisogna farsene stordire.

Il presidente di Mondo Digitale è Tullio De Mauro, linguista di fama internazionale: non è spaventato dall’eccesso di inglese che si usa nell’informatica? E i nonni come reagiscono quando sentono parole come “blog”, “online”, “chat”, e via dicendo?
In verità noi di Mondo Digitale vediamo il professor De Mauro come colui che ha promosso l’alfabetizzazione degli italiani nel Dopoguerra piuttosto come come un purista dell’italiano. Con questo spirito, infatti, il nostro presidente ha aderito al progetto dello Spi Cgi lsull’apprendimento permanente che ha dato il via anche al protocollo d’intesa “Nonni su internet: un click per stare insieme” che sta partendo proprio in questi giorni. Anche saper usare le tecnologie, in altri termini, significa alfabetizzare, cioè includere, uno dei principali obiettivi della nostra organizzazione.

Che poi le tecnologie cambiano assai in fretta… anche i giovani fanno fatica a starci dietro.
Sì, è proprio una lotta impari, ma dagli anziani si impara proprio questo: a viversele senza stress. Ed è un vero piacere per me ricevere le mail dalla mia amica 91enne che ha frequentato uno dei nostri corsi!

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