Leggere per migliorare la memoria

Scritto da Luciana Quaia il 19-06-2012

Chi ama la lettura conosce molto bene l’effetto curativo che essa esercita sul proprio sé e l’azione di estraniamento che produce quando ci s’immerge in una storia avvincente. Non a caso la biblioterapia viene sempre più intesa come strumento che affianca alla crescita culturale un provvidenziale aiuto nel percorso terapeutico sostenuto per attraversare momenti critici della propria esistenza.
Forse però non tutti considerano il libro come valido supporto per esercitare la memoria.

Anzi, quando gli anni avanzano, può accadere che la lettura venga progressivamente abbandonata perché non ci si ricorda di quello che si è letto e ciò produce un senso di mortificante frustrazione.

Obiettivo di quest’articolo è proprio rivalutare la pagina scritta per mantenere allenati i processi cognitivi e potenziare la facoltà di memorizzazione. Mediante la lettura, infatti, il nostro cervello è continuamente sottoposto a modificazioni legate al riconoscimento delle diverse configurazioni che appaiono sul testo, al provare sentimenti di identificazione e a produrre pensieri e riflessioni sul materiale recepito.

Vogliamo dunque sperimentare con occhio nuovo questa attitudine così vitale e fondamentale lungo l’arco di tutta la vita?

Per iniziare è opportuno ricordare i cinque gradini di base che permettono alla memoria di operare con successo: l’interesse, la motivazione, l’attenzione, la concentrazione e l’organizzazione.

Proviamo ora a passare in rassegna alcuni atteggiamenti che possono ostacolare la comprensione e la ritenzione di ciò che i nostri occhi hanno percepito: la distrazione sovente occupa il primo posto della classifica. La lettura in genere richiede silenzio e solitudine. Se abbiamo come sfondo la televisione o la radio accese, la presenza di altre persone o i pensieri che inseguono le incombenze della giornata, difficilmente potremo assimilare il contenuto dei fogli di un giornale o le pagine di un romanzo, poiché l’attenzione e la concentrazione vengono spostate su differenti stimoli.

Questa considerazione ci porta anche a controllare il tipo di ambiente che scegliamo per abbandonarci alla lettura. Italo Calvino scriveva: “Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, sui braccioli del divano, sul tavolino da tè, sulla scrivania … Togliti le scarpe prima, se vuoi tenere i piedi sollevati … Regola la luce in modo che non ti si stanchi la vista … Cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti d’interrompere la lettura”, perché il saggio scrittore sapeva che uno spazio adatto e adeguato alle nostre esigenze è fondamentale per farsi assorbire dalla lettura scelta.

Parlando di spazio, diventa quasi automatico valutare la variabile tempo.

“Vado a letto con un libro, così sono sicuro di addormentarmi in fretta” dichiarano alcuni. E poi si stupiscono perché al mattino non vi è memoria di quelle parole che danzavano nello stato di semi-incoscienza che precede il sonno.

Leggere è un’attività complessa e impegnativa, quindi durante la giornata va individuato il momento giusto, con luce (sufficiente a non far stancare gli occhi) e postura (seduti con lo sguardo che cade perpendicolarmente sul testo) che garantiscano il totale benessere.
Può sembrare superfluo segnalarlo, ma per essere motivati a leggere per allenare la memoria è indispensabile scegliere qualcosa che stuzzichi l’interesse, altrimenti il compito non ha realistiche possibilità di successo.

Che genere letterario preferite? Informativo? Libri storici, di divulgazione scientifica, biografie, resoconti di viaggio, epistolari, diari … O di finzione? Romanzi o racconti di avventure, di fantascienza, di spionaggio, rosa, neri, gialli … La scelta è davvero illimitata.
Una volta definito il genere a voi più congeniale, non dimenticate altri importanti “attrezzi di lavoro”: un dizionario, un quaderno o un blocco, una matita, due evidenziatori colorati come base minima.

Prima di iniziare, prendete graduale confidenza col libro scelto: guardate la sintesi, leggete l’indice, considerate la lunghezza dei capitoli, il numero complessivo delle pagine, la grandezza dei caratteri. Sono queste operazioni di pre-lettura necessarie per risvegliare l’attenzione e per inquadrare il testo da cui farvi catturare.

Decidete poi lo standard dell’unità di lettura che volete adottare. Può essere di qualche paragrafo, una pagina, un intero capitolo.

Siete ora pronti per iniziare la lettura analitica del libro e per esercitare la vostra memoria mediante sottolineature, piccoli appunti, individuazione di parole-chiave.
Con i due evidenziatori colorati potete mettere in risalto i paragrafi più importanti e le parole-chiave; la matita servirà a definire alcuni segni grafici che facilitino la capacità di comprensione (un punto interrogativo per un concetto non chiaro, un asterisco per una parola da cercare sul dizionario, un punto esclamativo per un passaggio saliente); sul quaderno o sul blocco potete disegnare uno schema che unisca e colleghi fra loro le parole-chiave rilevate o, ad ogni fine capitolo, fare piccole sintesi.

Per consentire alla mente di assimilare il materiale letto, è bene introdurre di tanto in tanto brevi pause per ritornare col pensiero all’unità di lettura in corso.

Un sistema americano molto utilizzato per memorizzare efficacemente quanto letto porta il nome di “SQ3R“, costituito dall’acrostico dei seguenti termini: a) Survey, scorrere il materiale con sguardo veloce; b) Question, porsi degli interrogativi su ciò che è in corso di analisi, c) Read, il processo vero e proprio di lettura; d) Recall, richiamare alla memoria tramite ripetizione ad alta voce o utilizzo di parole-chiave; e) Review, ripassare in rassegna e verificare quello che si ricorda dopo un certo tempo trascorso dalla fase recall.
E’ durante il ripasso che si rimettono in gioco gli accorgimenti scelti per la memorizzazione. Se sul quaderno o su ogni pagina, a margine o a lato, avete provveduto a segnare con i colori o con altri simboli i concetti più importanti, quando riprenderete in mano il libro, sfogliando a ritroso le pagine, recupererete velocemente il contenuto del testo.
Ognuno naturalmente può inventare, decidere, scegliere strategie più personalizzate.
State per esempio leggendo un romanzo lungo e denso di eventi e personaggi?
Secondo Tony Buzan, la costruzione di una mappa mentale è il metodo più efficace per fornire una visione d’insieme del libro, ne accresce la comprensione e rende più piacevole l’apprendimento, migliorando notevolmente la memoria.
E’ semplice costruire la mappa mentale di un romanzo, poiché gli elementi di cui è composto permettono di condensare in una sola pagina tutto il contenuto. E’ sufficiente mettere in evidenza: il nome del protagonista, i nomi e ruoli dei vari personaggi e le loro relazioni col protagonista, le situazioni in cui si presentano nella storia, i luoghi (ambiente geografico, ambiente sociale, interni/esterni),
i tempi (periodo storico, durata della narrazione, presenza di retrospettive),
la trama (situazione iniziale – fatto centrale – conclusione).
Da questa mappa riassuntiva possono scaturire altre derive che obbligano il pensiero a cimentarsi con esercizi di memorizzazione creativa: sostituire parole sconosciute con dei sinonimi dopo averne trovato il significato sul vocabolario; fare la sintesi di un certo passaggio ponendovi dal punto di vista del protagonista o di altri che sentite a voi vicini (identificazione); scrivere la caratterizzazione dei personaggi più discutibili (aspetto fisico, emotivo, modo di pensare); collocare alcune scene in ambienti diversi e immaginarne le caratteristiche. Questo tipo di esercizi accosta alla lettura lo scoprirsi un po’ scrittori o inventori del libro di cui ci si è appropriati, rendendolo quindi ancora più coinvolgente.
I non più giovani, comunque, non si facciano angustiare. Chiunque, anche il lettore più incallito, non è immune da dimenticanze. Addirittura Pierre Bayard, nel suo “Come parlare di un libro senza averlo mai letto”, afferma: “non conserviamo nella nostra memoria dei libri omogenei, ma dei frammenti strappati a letture parziali, spesso mescolati gli uni agli altri, e per di più rielaborati dai nostri personali fantasmi …l’idea di lettura come perdita, al contrario di quella di lettura come guadagno, è un’istanza psicologica essenziale per chi vuole individuare delle strategie efficaci per uscire dalle situazioni spiacevoli che la vita ci presenta”.
E allora, alla vigilia dell’estate e delle vacanze, ricordate di riporre in valigia il libro che non sopportate vedere scivolare nell’oblio!

Bibliografia
Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Einaudi, 1979
Dacia Maraini, Amata scrittura, Rizzoli, 2000
Tony Buzan, Come realizzare le mappe mentali, Frassinelli, 2002
Graziella Tonfoni, La lettura strategica, Mondadori Informatica, 1990
Pierre Bayard, Come parlare di un libro senza averlo mai letto, Excelsior 1881, 2007

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