Silvina Petterino e la vita in casa di riposo

Scritto da Alessandra Cicalini il 14-02-2011

Prima di arrivare alla versione definitiva del suo libro, Silvina Petterino ci ha pensato e lavorato a lungo. A un certo punto, davanti a lei, c’erano ben quattro versioni, troppe per il suo cuore e la sua testa costretti a un certo punto a una scelta: rinunciare o rivederlo un’ultima, definitiva volta e mandarlo nuovamente ad altri editori. Per fortuna, la sua “cocciutaggine” ha avuto la meglio e adesso Vecchi da morire. Anziani in casa di riposo è in uscita proprio in questi giorni per Stampa Alternativa.
Un esordio letterario a quasi sessant’anni non è affatto scontato, soprattutto, poi, con un testo insieme duro e delicato, in cui questa infermiera professionale che vive in provincia di Varese, ha rivelato di essere tornata al suo mestiere, dopo anni di interruzione, quando aveva già cinquant’anni. “Volevo fare l’ostetrica”, dice a un certo punto nel libro, e invece si è ritrovata a somministrare medicine agli anziani ospiti di tre diverse case di riposo, correndo di qua e di là con il suo carrello e fermandosi, quando possibile, ad ascoltare le loro storie, diventate gli intensi ritratti che si susseguono in tutti i capitoli.
L’autrice parla però anche di organizzazione del lavoro, di quotidianità, di parenti, di tempo libero, conducendoci nel mondo delle case di riposo visto con gli occhi di chi vorrebbe dare un aiuto non solo tecnico ai suoi assistiti.
La sua è una visione necessariamente parziale, Silvina ne è consapevole, ma scritta anche “con la pancia”, precisa nell’introduzione, a beneficio anche di chi, volente o nolente, sta entrando in contatto con questo mondo e non sa come orientarsi. Per saperne di più, leggete l’intervista che segue. Buona lettura.

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