"Fatti un blog!": istruzioni d'uso

Scritto da Paolo Ferrario il 22-03-2011

Le persone che oggi attraversano la frontiera degli “oltre 60 anni” hanno partecipato, molto spesso con stress e difficoltà di adeguamento, alle trasformazioni tecnologiche che hanno completamente trasformato le forme della comunicazione pubblica.
Pensiamo alla scrittura: dalla Olivetti Lettera 22 alle prime macchine per scrivere elettriche, poi i primissimi personal computer come l’M24 (ancora dell’Olivetti) e successivamente, con estrema rapidità, fino a quelli fissi e gli attuali, sempre più piccoli e portatili.
Nel quadro di queste innovazioni, oggi internet occupa uno spazio preponderante: email, siti, ricerche online sono ormai linguaggio comune. Negli ultimi anni c’è stato poi l’avvento del cosiddetto Web 2.0, che dà la possibilità agli utenti di interagire con le macchine. Il simbolo di questo passaggio è stato il blog, di cui abbiamo parlato anche in precedenza. Oggi vorremmo fornire una piccola guida su come farlo funzionare concretamente.
Cominciamo col dire che la rassomiglianza più vicina al modo di lavorare su un blog è esattamente quella dei ragazzini degli anni ’50 che prendevano un quaderno o un registro contabile con le righe e vi incollavano sopra fotografie, figurine, ritagli di quotidiani, aggiungendo date e didascalie, creando quegli oggetti della memoria che sono “gli album di famiglia”.
Ebbene, un blog è esattamente la stessa cosa, solo che a occuparsi degli aspetti tecnici sono i software che li governano. Tuttavia il creatore rimane sempre e solo l’autore, con tutta la sua responsabilità di produttore di una sua opera intellettuale.
Cominciamo con alcuni esempi, per poi descrivere come si fa a compiere le principali operazioni di creazione e sviluppo di un blog.
Gabriele De Ritis è un insegnante di storia e filosofia in pensione e in un post (così si chiamano le singole unità testuali di un blog) racconta la sua “feroce timidezza” che gli impediva, da bambino perfino di chiedere la sua razione di cibo alla mensa scolastica. Questo ricordo gli fa dire oggi: “Quante volte ci ritroviamo di fronte a persone che non parlano, non rispondono, non sanno dire! E come è faticoso riuscire a immaginare cosa esse vogliano veramente!”.
Sotto il nome Cadavrexquis scrive mirabilmente un traduttore dal tedesco che alterna racconti personalissimi della sua vita privata, recensioni di libri e resoconti di viaggi. Qui prevalgono i testi argomentativi e la lettura è quasi sempre molto vantaggiosa per l’apprendimento. In entrambi i blog, la struttura della pagina è semplicissima, anche se ad alto contenuto: un titolo e un testo scritto.
Clelia Mazzini si presenta con il proprio nome, anche se la sua biografia è indecifrabile. Lei lascia parlare gli autori (e infatti definisce se stessa “una lettrice”): la sua pagina a sfondo violacea è costituita solo da una fotografia molto evocativa e talvolta struggente e una colta citazione. Il post su Rainer Maria Rilke è il pretesto per parlare del bello che è il tremendo al suo inizio. Esplorando questo blog ci si può fare una cultura letteraria di un certo spessore.
Anche il blog di Gabriella Alù, “Non solo Proust”, è letterario. Per esempio, vi si esplora con brani di libri, immagini e video la biografia culturale dello scrittore austriaco Thomas Bernhard.
Remo Bassini, in Altri appunti, parla quotidianamente di sé, del suo lavoro di giornalista, dell’ultimo libro o racconto che ha scritto: “Vita di redazione. Chiedono di essere ricevute da me, sono giovani, timide, gli abiti lisi. Vorrebbero che il giornale si occupasse del loro caso: stanno per essere sfrattate, questione di giorni, e non sanno dove andranno a vivere. Poi mi raccontano un po’ della loro vita, del padre che ha perso il lavoro, dei debiti, della mamma che è morta. Va bene, dico, uscirà un articolo. Senza il nostro nome?, domandano. Senza il vostro nome e cognome, dico... “. I suoi post, in generale, sono brevi e costituiti da testi con qualche rara fotografia o video.
JazzFan37 rivela che il suo autore è un vecchio appassionato di musica jazz: questo signore, a 74 anni, mette a disposizione i suoi dischi a 33 giri, illustrando autori, concerti storici, momenti chiave di questo genere musicale. Per esempio, vi si può gustare l’esegesi e l’ascolto di un raro concerto in piano solo di Michele Petrucciani tenutosi all’Aja il 9 luglio 1993 nell’ambito del North Sea Jazz Festival.
Questi pochi esempi di una sterminata presenza di blog sulla rete mostrano che la tecnologia dei blog è accessibile, è di facile apprendimento e può essere praticata da persone over 60 (e anche 70) per trasferire, in una visione fortemente relazionale, le proprie conoscenze, saperi, esperienze.
Come è fatto un blog?
La struttura della pagina è costituita da: 1. testata, che contiene il titolo e un eventuale motto, in modo da caratterizzare e dare personalità al tipo di pubblicazione; 2. il post, ossia la porzione di contenuto corrispondente a ciascun intervento; 3. i commenti: un lettore può annotare un suo pensiero mettendolo a disposizione dell’autore e di altri visitatori; 4. elenco dei link ad altri siti o Blog; 5. gli archivi dei post.
Come iniziare e procedere? Fra i principali servizi per la gestione di blog (tutti partiti dal 2002) scegliamo Splinder, perché è molto insediato in Italia (dove conta ormai 400.000 testate aperte su questa piattaforma),
ed è facile e ben strutturato.
La prima fase è la registrazione. Si apre la pagina principale di Splinder dalla quale – fornendo nome utente, indirizzo email e scegliendo una password – viene creato il proprio blog. Quando è conclusa questa procedura, diventa possibile farsi riconoscere come utente autorizzato fornendo i suddetti nome utente e password.
Comparirà la grande pagina degli utenti di Splinder dalla quale accedere – cliccando su blog nella riga in alto – al tavolo di lavoro. Si può anche scegliere la forma grafica preferita attraverso la voce template.
La parte strettamente tecnica è terminata. Ora l’utente ha a disposizione un pannello di controllo con il classico “spazio bianco” in cui scrivere testi, aggiungere fotografie, video e musica o, ancora, linkare ad altre pagine individuate nell’universo della rete.
E’ più facile farlo che dire come si fa. Dunque l’incitamento è: fatti un blog e invia il tuo indirizzo a Muoversi Insieme. Conosceremo la tua visione del mondo e della fase del tempo che stai attraversando.

Vuoi lasciare un commento? Clicca qui

Leave a Reply

Your email address will not be published.