Elogio della lettura, un piacere "over 60"

Scritto da Paolo Ferrario il 13-04-2011

“Più anni alla vita… più vita agli anni”. Questo potrebbe essere un motto e un programma esistenziale di valore per le persone che sono nella fase del ciclo di vita “over 60”, quando anche la lettura può assumere significati del tutto nuovi rispetto agli altri periodi. Quest’articolo e il seguente prenderanno in considerazione i diversi modi di “essere lettore” nel corso del proprio tempo biografico.
Sappiamo che la lettura ci accompagna tutta la vita e che in ogni età ha compiti evolutivi diversi nella formazione del sé. Durante l’infanzia prevale il rapporto con le fiabe, che, come ci insegna Bruno Bettelheim, sono un prezioso materiale fantastico per placare le inquietudini e le paure dei bambini. Nella prima adolescenza tende a emergere il bisogno di esplorare il mondo, di provare sensazioni forti ma controllate e di cercare storie che consentano di identificare se stessi nei processi di crescita: esemplari sono “l’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, o (in chiave più familiare) “Cuore” di Edmondo De Amicis.
Durante la tarda adolescenza e la giovinezza, la lettura si orienta sempre più verso la formazione professionale e il lavoro. Quindi si scelgono autori e generi letterari sempre più specializzati e aderenti ai propri processi cognitivi e di valore. Nell’età adulta il libro è goduto nei momenti di pausa, durante le vacanze o comunque quando l’attività lavorativa si sospende e c’è tempo libero disponibile. Anche in questi anni prevale la propensione alla lettura di testi di saggistica specializzata e di quegli autori che sono diventati progressivamente “compagni di viaggio.
In prevecchiaia, finalmente potremmo dire, la lettura torna a essere un mondo da esplorare e indagare in una prospettiva più libera ed esplorativa. Non ci sono più (o ci sono meno) vincoli e scadenze: ora i libri possono essere ripescati dagli scaffali perché si sente il bisogno di ri-leggere e approfondire gli autori classici o i testi preferiti nei decenni precedenti. Ma può anche essere il momento per leggere quei libri che il tempo convulso del lavoro ha fatto trascurare.
Ecco, allora, che il mondo della poesia, dell’arte, delle biografie, degli epistolari diventa un territorio affascinante e ricco di significati, proprio un po’ come all’inizio del tratto di vita.
Ma è sull’adolescenza che vogliamo soffermarci. E’ questa una fase transazionale complessa e carica di tensioni nello sviluppo psichico, perché non si è più bambini e non si è ancora adulti.
Il sistema scolastico negli anni Cinquanta e Sessanta pretendeva molto da questi ragazzini. Già a undici anni si traduceva dal latino e si studiava (e mandava anche a memoria) l’Iliade e l’Odissea. l’idea educativa e pedagogica era che, nel periodo in cui la personalità è al massimo delle proprie capacità ricettive, fosse necessario condurre il ragazzo ai vertici della cultura umana attraverso la poesia e la letteratura.
In quei tempi, dunque, c’era uno scarto, una frattura fra la maturità necessaria a capire appieno i contenuti di quelle opere e l’età cronologica (dieci- quattordici anni) in cui venivano proposti. Ecco perché quelle stesse letture e autori di allora possono costituire ancora oggi un salutare esercizio autobiografico da effettuare durante la prevecchiaia.
In “Immagini epiche” curato da Cleo Angeloni Zolla (editrice Janus, 1968) si legge: “Dai poemi e racconti epici provenienti dal patrimonio comune a tutti i popoli sono stati scelti gli episodi ispirati a quei valori che sono alla base della civiltà, quali la fede, le virtù, l’amor di patria e familiare, l’amicizia e la gratitudine“. Il ragazzo era così condotto attraverso pagine di cultura, tavole sinottiche, suggerimenti per audizioni musicali, a entrare in contatto non solo con i classici greci, ma anche l’Eneide, il racconto del Graal, i Nibelunghi, la Divina Commedia, il Don Chisciotte e molti altri ancora.
Già allora (e, sottolineiamo ancora, per gli undicenni di allora!) venivano suggeriti quelli che oggi chiameremmo gli audiolibri, e cioè letture recitate da attori di fama come Albertazzi, Foà, Ferrari, Valli, Gassman, Mari. Non solo, ma venivano proposte sinfonie di musica classica: Wagner, Mendelssohn, Sibelius, Balakiref, Borodin, Rossini, Verdi, Berlioz, Massenet.
Prendiamo ancora un’altra antologia dedicata ai dodicenni: “Dialogo aperto”, curata da Aurelio Verra e Francesco Pollo (Paravia, 1966).
Qui le proposte letterarie e poetiche sono articolate per temi: la famiglia; i ragazzi; ritratti di persone; il lavoro nei campi, nelle fabbriche e nelle miniere; il rapporto fra l’uomo e il mare; le professioni e i mestieri; la storia passata; la musica.
Attraverso questi temi di osservazione si leggono pagine di autori come: Aleramo, Arpino, Bacchelli, Baudelaire, Bettiza, Bianciardi, d’Azeglio, De Amicis, Dickinson, Eliot, Gadda, Ginsburg, Malaparte, Melville, Meneghello, Moravia, Patti, Pavese, Quasimodo, Salinger, Saroyan, Steinbeck, Thoreau, Turoldo, Whitman. Ma ancora più interessanti sono gli esercizi proposti attorno a queste letture: “Quando mi sono accorto che ‘casa mia’ ha un valore per me?”; “Passa in rassegna le facce del prossimo”; “Commentate adeguatamente questa espressione ‘l’Italia così povera di carbone, di ferro e di petrolio porta sulle sue braccia tutta la sua ricchezza’“.
Infine, fra le antologie scolastiche di trenta – quarant’anni fa, si possono scoprire dei “classici”, come “La lettura: Antologia per la scuola media”, curata da Italo Calvino e Giambattista Salinari (Zanichelli, 1973). l’esordio è invitante sia ieri che oggi: “Benvenuti in seconda media! In apertura troverete una serie di letture semplici e brevi, ma quest’anno le letture saranno più impegnative di quelle dell’anno passato. Siamo convinti che tutte le attività fruttuose ricompensano gli sforzi che costano, prima con l’allegria di cominciare una nuova impresa, poi con la soddisfazione di averla portata a compimento“.
Il metodo proposto è lo stesso dell’antologia precedente, ma qui è la classificazione dei temi che deve essere sottolineata: il senso del comico (Kipling, Jerome, Twain); fantascienza (Wells, Brown, Bradbury); la storia e il racconto del passato (Voltaire, Pirenne, Davidson); letture di viaggi (Heine, Goethe, Levi); gli animali (Lorenz, Buzzati Traverso); il linguaggio della scienza (Fabre, Michel); la guerra (Hasek, Remarque, Eliot, Eluard); i lavori della gente (Fitzgerald, Ottieri, Dickens).
Alla fine di questo tuffo nel passato, riproponiamo l’intenzione iniziale di questa riflessione: provare a ri-leggere, ora che abbiamo attraversato il tempo della maturità, le pagine degli autori che ci sono stati vicini nei nostri primi decenni di vita può diventare un’esperienza di gioioso apprendimento. Questo perché oggi abbiamo occhi, menti e cuori levigati dall’esperienza vissuta. Le emozioni e i pensieri del tempo passato ora possono illuminare anche il tempo che resta.
Certamente le tecnologie oggi ci propongono modalità del tutto nuove e diverse di fare l’esperienza della lettura (i siti e blog del web-2; gli Ereader; gli Ipad). Ma di questo parleremo nel prossimo articolo.
Oggi, caro lettore, vorremmo chiederti di tirare fuori le tue antologie adolescenziali e di dirci classificazioni, autori e titoli per fare con noi questa esperienza esistenziale di cercare, trovare significati nuovi attingendo nel nostro passato autobiografico.
Ve la sentite? Speriamo proprio di sì.

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