Il Professionista che ci aiuta nella vita quotidiana

Scritto da Giovanni Del Zanna il 19-07-2011

Scritto in collaborazione con Marco Lodi Pasini, terapista occupazionale.
Per un po’ di cervicale, mal di schiena o dolori alle spalle, sappiamo di poter chiamare il fisioterapista che, grazie al suo lavoro e alle sue competenze, ci può aiutare, riuscendo a farci stare meglio e a migliorare le nostre condizioni. 
Ma quando iniziamo a far fatica ad allacciare i bottoni della camicia perché troppo piccoli, o a vestirsi perché possiamo utilizzare solo una parte del corpo (come nel caso di un esito di ictus),
 come facciamo?
Se lavarsi diventa un problema, o l’uso della vasca – dovendo entrare ed uscire, per giunta essendo bagnati – diventa faticoso e pericoloso a chi possiamo rivolgerci? Chi ci può aiutare? 
Se il fisioterapista  è l'”esperto del fisico”, ovvero quel professionista che, con la fisioterapia (attività fisica sul fisico),
migliora le abilità del nostro corpo, esiste un professionista che sia esperto delle “attività quotidiane”? Un esperto con la competenza necessaria per capire la persona, analizzare i suoi comportamenti, le sue esigenze, ma anche i suoi bisogni e i suoi desideri? Un professionista in grado di individuare soluzioni e strategie, che sappia dare i giusti consigli e indicare i prodotti che ci possono aiutare nelle attività della vita quotidiana?
Sarebbe davvero utile potersi rivolgere ad una figura di supporto che, a casa, sappia aiutarci a trovare il modo per svolgere le attività in maniera più agevole e sicura, al fine da ridurre difficoltà e situazioni di rischio, ma c’è in Italia?
Molti probabilmente non sanno che la risposta a tutte queste domande è affermativa. Una simile professione esiste, è quella del Terapista Occupazionale, una figura relativamente giovane (ormai sono passati 15 anni  dalla definizione del profilo professionale da parte del Ministero della Salute) e ancora poco conosciuta.
Infatti solo un ristretto numero di persone ha potuto avvalersi del supporto del Terapista Occupazionale e della sua consulenza e forse è proprio anche questa scarsa conoscenza a far si che questa nuova professionalità sia poco valorizzata.
Nel resto di Europa la situazione è molto diversa. Da anni è presente la figura del Terapista Occupazionale, ed è ben conosciuta ed utilizzata. Molte persone si rivolgono a questo professionista che, grazie alle sue  particolari competenze, può davvero contribuire ad aumentare la qualità della vita e l’autonomia della persona con piccole o grandi difficoltà. Il terapista occupazionale è in grado, grazie al suo percorso di formazione universitario, di analizzare le difficoltà della persona, le sue potenzialità e di valutare insieme ad essa le soluzioni più adatte.
Il corso di laurea in Terapia Occupazionale  – a  numero chiuso – ogni anno abilita un ristretto numero di professionisti. La maggior parte di loro entra a far parte delle strutture sanitarie (centri di riabilitazione, ospedali, unità spinali, ecc.) solo un piccolo numero intraprende la strada della libera professione, aprendo partita IVA e “mettendosi in proprio” per prestare a chiunque la propria capacità e competenza.
Ma, nel concreto, quali sono le attività che può svolgere il Terapista Occupazionale “libero professionista”? 
Vediamo prima, in astratto, alcuni ambiti indicati proprio da Profilo Professionale e poi, “sul campo”, l’esperienza diretta legata, nel nostro caso, alla collaborazione tra Architetto e T.O.
Per essere sintetici possiamo individuare tre aspetti del lavoro del T.O.
o lavoro in equipe multidisciplinare per individuare e superare le difficoltà della persona con disabilità (difficoltà) per migliorare l’autonomia personale nell’ambiente di vita quotidiana e nel tessuto sociale;
o si attiva per l’adattamento e l’integrazione dell’individuo nel proprio ambiente personale, domestico e sociale;
o propone modifiche (concrete) dell’ambiente di vita
o promuove azioni educative verso la persona interessata, la famiglia e la collettività;
Ma in concreto, cosa può fare?
Negli interventi di adeguamento dell’alloggio supporta l’architetto, con la sua capacità di attenzione alla persona, nell’individuare le soluzioni più adatte (non basta adeguare “a norma” è indispensabile personalizzare le soluzioni). Inoltre è in grado di ampliare ulteriormente l’azione di adeguamento dell’ambiente considerando non solo gli aspetti “edilizi” (gradini, rampe, servoscala, bagno accessibile, ecc.) ma anche le dimensioni operative delle attività di vita quotidiana  individuando le strategie (azioni più comode e sicure) e gli oggetti (ausili, utensili, oggetti quotidiani) che possono essere più adatti alle specifiche necessità della persona.
Ma non ci siamo fermati qui. Insieme abbiamo seguito una perizia tecnica per una causa giudiziaria in cui una persona con disabilità agiva contro il suo comune per problemi di accessibilità urbana; in questo modo le valutazioni tecniche sull’accessibilità dell’ambiente venivano affiancate dalle considerazioni che, a partire dall’ ICF, consideravano la persona e il modello bio-psico-sociale.
Con diverse competenze abbiamo dato consulenza ad una grande azienda che si occupa di arredo e soluzioni per la casa, in relazione ad un progetto di “cucine ad elevata accessibilità” supportando lo sviluppo del prodotto, ma anche con la formazione dei venditori che si preparavano a rapportarsi direttamente con il cliente (con disabilità).
La nostra esperienza dimostra che anche nel campo della formazione – ad operatori socio/sanitari, come a progettisti – è utile presentare i diversi punti di vista professionali, dell’architetto e del terapista occupazionale – per cogliere le diverse sfaccettature della relazione uomo-ambiente.
Adesso che sapete chi è e cosa fa il Terapista Occupazionale, inizia la parte più difficile…trovarlo! Se all’inizio non sarà semplice, non demordete: guardatevi attorno, chiedete e informatevi, vi assicuriamo che ci sono, anche se…non si vedono (e soprattutto non si sa che esistono)! 
BIOGRAFIA:
Marco Lodi Pasini, terapista occupazionale. Durante gli studi comprende come l’autonomia e la partecipazione della persona, obiettivi principali della sua professione, vengano fortemente condizionati dall’ambiente. La volontà di approfondire il tema del rapporto uomo-ambiente lo portano a collaborare con l’Arch. Del Zanna. Attualmente si divide tra l’Italia, dove svolge la libera professione, e la Svizzera,dove lavora per uno studio ergoterapico.
A seguito dell’articolo, inoltre, potete leggere il Box Informativo riguardante nello specifico la Terapia Occupazionale: 
Cos’è la terapia occupazionale?
La terapia occupazionale è una professione che promuove la salute e il benessere attraverso l’occupazione. l’obiettivo principale della terapia occupazionale è quello di rendere le persone capaci di partecipare alle attività della vita quotidiana. I terapisti occupazionali raggiungono questo risultato rendendo le persone capaci di fare cose che incrementino la loro capacità di partecipare, o modificando l’ambiente per meglio sostenere la partecipazione.
Questa è la definizione della WFOT (www.wfot.org),
la federazione mondiale che riunisce le varie associazioni nazionali di Terapisti Occupazionali (T.O.). 
La traduzione del termine inglese occupational, con il termine italiano “occupazione” spesso trae in inganno, pensando che i T.O. abbiano come obiettivo quello di trovare lavoro e una mansione alle persone che sono disoccupate o che, a causa di una disabilità, non possono più lavorare. 
In realtà occupazione ha un significato più ampio e più profondo, che coinvolge tutti gli individui, un significato più legato all’essere stesso della persona. Utilizzando questo termine si intendono infatti tutte le attività e azioni che ognuno di noi fa durante la giornata (alzarsi,vestirsi, fare colazione, andare al lavoro, leggere, guardare la tv, mangiare, uscire con gli amici, fare al spesa..) e alle quali noi diamo un preciso valore perché caratterizzano le nostre giornate, le rendono diverse e “speciali” rispetto a quella di qualsiasi altro. Rendono una vita la nostra vita.

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