In libreria il caffè è presto servito!

Scritto da La Redazione il 23-04-2014

Book bar o library cafè è l’accezione più moderna e, come si direbbe oggi, più “cool” degli antichi salotti letterari nati intorno alla fine del XVI secolo come punto d’incontro per gli intellettuali e i personaggi di spicco dell’epoca che amavano riunirsi per conversare di argomenti legati all’attualità culturale o politica del tempo. I caffè letterari, però, diventarono “ambasciatori dell’arte” solo nell’Ottocento e nel Novecento, quando si trasformarono in un vero e proprio punto di aggregazione culturale per artisti di fama comprovata e ancora in fasce. Oggi, nonostante sia andato un po’ perso il guizzo artistico e culturale di quegli anni, le librerie, vuoi anche per far fronte alla crisi che ha ormai travolto il mondo dell’editoria, sembrano riscoprire un modo diverso di intendere la lettura, a metà strada tra l’evento mondano e il circolo culturale: un mix di successo che concilia la lettura di un buon libro con l’arte culinaria e, perché no, con un pizzico di design.

E così, in linea con le tendenze dettate dalle mode del momento, c’è la libreria che è anche caffetteria, la libreria con vista mozzafiato sul mare, quella dall’animo hi-tech che cavalca l’onda della lettura digitale o ancora quella che guarda a New York e ne porta un pezzetto anche a Milano. “Ma che succede?”, vi starete domandando e la risposta è semplice. Succede che soffia un vento di speranza, di voglia di fare, di osare, di mettersi in gioco, rischiare e non arrendersi nonostante le difficoltà, gli ostacoli della burocrazia e i mass media che ogni giorno ci ricordano che l’Italia è un paese che non ce la fa a risollevarsi. Succede che in diverse città d’Italia le piccole librerie “a rischio di estinzione” si rimboccano le maniche, si reinventano, cambiano pelle e rinascono come fenici dalle proprie ceneri, nelle vesti di quel Davide della buona lettura che sconfigge il Golia dei colossi dell’editoria. Ecco dunque alcuni veri eroi culturali dei nostri tempi.

La Libreria del Mondo offeso a Milano e il Caffè Letterario a Lecce sono due librerie che ricordano molto gli storici salotti letterari. La Libreria del Mondo offeso, il cui nome si ispira al libro Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini, nasce nel 2008. Affermatasi negli anni come punto di riferimento culturale della città meneghina, offre un vasto assortimento di libri della narrativa italiana del Novecento e contemporanea, teatro, poesia e narrativa per bambini e ragazzi, oltre alla possibilità di gustarsi una sana e deliziosa colazione o un aperitivo sfogliando i giornali del giorno comodamente seduti nell’area Caffetteria, aperta tutti i giorni tranne la domenica. Il Caffè Letterario, invece, nasce inizialmente come associazione culturale e solo nel 2006 si converte in un pub/caffetteria che oltre a mettere a disposizione una vasta scelta di infusi, tè e tisane, menu sfiziosi e generose carte dei vini, offre un vasto panorama di libri, riviste e fumetti da consultare in tutta libertà. Inoltre, organizza diverse attività culturali come concerti, mostre e tanto altro ancora.

Vi sono poi esempi simili anche in molte altre città italiane: l’affascinante Caffè Letterario a Roma, ad esempio, a seconda dell’ora del giorno, può essere bar, sala da tè o ristorante, senza però perdere di vista l’importanza della calma di una sala lettura. Al Mood di Torino è possibile immergersi nella lettura sorseggiando un buon bicchiere di vino rosso, mentre alla Passeggiata librocaffè di Genova ci si può concedere una crêpe tra una rassegna scientifica e l’altra. E ancora, a La Maria del Porto a Trani ci si può prendere una pausa dal mondo, leggendo tra le antiche mura delle case pugliesi in compagnia di una deliziosa fetta di torta fatta in casa.

La Design Library di Milano e Open, invece, sono due librerie uniche nel loro genere che segnano con forza un cambio di direzione nel settore editoriale. Design Library infatti è la prima biblioteca in Italia interamente dedicata al mondo del design e dell’arredamento. Nella suggestiva cornice della zona di via Tortona, ispirata allo stile della Grande Mela, fatto di colori freddi, minimalismo e montagne di libri, ci si ritrova per consultare libri, riviste e pubblicazioni internazionali su design, arredamento, fotografia, comunicazione, food, graphic design e per assistere a dibattiti, mostre e incontri in nome della cultura. Open, invece, è la prima biblioteca digitale di Milano e d’Italia. Inaugurata nel 2013, mette a disposizione uno spazio di 1000 metri quadri pensato per i nuovi lettori digitali, ma anche per i lettori tradizionali che qui hanno modo di avvicinarsi alla cultura digitale, navigare, informarsi e scoprire il mondo delle app usando gratuitamente i tablet e gli e-reader messi a disposizione. E il tutto in un unico ambiente che raduna comodi divani e poltrone, un tavolo di lavoro condiviso, un’area di co-working, tre sale riunioni e un delizioso bar dove mangiare uno spuntino in tutta tranquillità.

Non solo librerie, ma anche iniziative culturali originali che hanno l’obiettivo di spingere la gente a riscoprire l’amore per la lettura e creare momenti di condivisione. Un esempio? L’iniziativa del “libro sospeso”, nata a Milano nella libreria Il mio libro di Cristina Di Canio, che, prendendo spunto dalla tradizione napoletana di pagare un caffè a chi verrà dopo, consiste nel comprare un libro, pagarlo e poi lasciarlo sullo scaffale, per lasciarlo in dono a chi entrerà subito dopo. L’idea ha avuto grande seguito sui social network e sta facendo parlare di sé un po’ ovunque.

Come vedete l’amore per i libri è come quello di una madre per i suoi figli: incondizionato. E niente può spezzare un legame indissolubile, sia esso costruito negli anni, come nel caso del libro cartaceo, o ai suoi primi vagiti nel caso degli e-book.

Luciano De Crescenzo nel 2005 affermò che “Per capire la differenza che esiste tra leggere un racconto su internet o su un libro, basta chiudere gli occhi e mettere il palmo della mano, prima sullo schermo e poi sulla pagina del libro. Il contatto con la carta, anche detto “libridine”, ci fa capire la differenza”. Un pensiero condivisibile, soprattutto dagli amanti del libro cartaceo, quello in carne e ossa, che si può toccare, sfogliare, odorare, ribaltare, stravolgere, nascondere, sottolineare, scarabocchiare, copiare, amare, odiare, invidiare, persino distruggere. Se, però, come sostiene Umberto Galimberti “I libri non servono per sapere, ma per pensare, e pensare significa sottrarsi all’adesione acritica per aprirsi alla domanda; significa interrogare le cose al di là del loro significato abituale reso stabile dalla pigrizia dell’abitudine”, allora sarebbe pregiudizioso ignorare il cambiamento e, ancor di più, cercare di fermarlo. Si può invece prendere coscienza del fatto che si sta affermando un nuovo approccio alla letteratura e alla lettura e che questo fenomeno non implica necessariamente una divisione, semmai una compensazione o un completamento dell’approccio tradizionale. Per questo motivo abbiamo cercato di accontentare un po’ tutti, offrendovi storie uniche e diverse nel loro genere.

A voi la scelta.

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