Accessibilità: superare i dislivelli con il montascale - Parte 2: il montascale a pedana

Scritto da Giovanni Del Zanna il 28-12-2011

In merito all’Accessibilità abbiamo già visto, per il superamento delle “barriere architettoniche”, quali sono le caratteristiche del montascale a poltroncina; analizzeremo, in questo articolo, un altro modello di montascale: il montascale a pedana.

Ricordiamo che l’Accessibilità è una qualità del costruito che garantisce per gli utenti (ovvero per le persone reali) il giusto grado di fruibilità degli edifici. Il montascale – come precisa anche la normativa – è una soluzione applicabile solo nei contesti esistenti per superare l’ostacolo creato dalle scale.

Le nuove costruzioni, quindi, devono “nascere” (ovvero essere progettate e realizzate) senza  prevedere l’installazione di montascale, trovando invece da subito soluzioni più “definitive” e più confortevoli per il superamento dei dislivelli come ascensori (o elevatori) o rampe.

Montascale a pedana

Abbiamo visto cosa significa “montascale” e quali sono le specifiche normative  rispetto a questo dispositivo. Analizziamo in questo articolo, con maggiore attenzione, le caratteristiche di questo prodotto – con la pedana – dedicato sopratutto al superamento dei dislivelli da parte della persona in carrozzina.

Questo tipo di montascale è costituito da una pedana ribaltabile, montata a sbalzo, fissata ad una guida meccanica (a sua volta fissata la muro della scala o, con delle colonnine, direttamente ai gradini della scala). La pedana si muove lungo un percorso inclinato seguendo l’andamento della scala. Questo ci fa capire la complessità e la delicatezza di questo dispositivo.

Rispetto al montascale a poltroncina (finalizzato per lo più ad un uso residenziale e ad un posizionamento all’interno dell’edificio) il montascale a pedana viene applicato in molteplici contesti: non solo in ambito residenziale, ma anche in strutture private aperte al pubblico (dal bar al ristorante, dal negozio al cinema) e in strutture pubbliche. Non sono rare, poi, le installazioni all’aperto.

Abbiamo visto tutti il montascale installato in questi contesti “più impegnativi” – nelle strutture ad uso pubblico o all’aperto – anche se probabilmente non lo abbiamo visto in funzione e spesso, purtroppo, quando deve essere utilizzato dalla persona con disabilità, non funziona.

Spesso infatti capita di vedere montascale “abbandonati” esposti alla pioggia, a volte ricoperti, altre arrugginiti. Così tutti si domandano se all’occorrenza questi possano davvero funzionare. E l’esperienza che fanno spesso le persone con disabilità (che usano la carrozzina) è proprio quella di una scarsa “affidabilità” di queste installazioni: ci sono, ma all’occorrenza non funzionano (per non parlare delle difficoltà connesse alla loro attivazione, da sapere a chi rivolgersi, avere la chiave, far attivare il meccanismo).

Con questo non vogliamo dire che il montascale non funziona, anzi, nel tempo questi dispositivi sono molto migliorati in termini di qualità ed affidabilità, ma è molto importante valutare in quale contesto vengono installati e per quale tipo di utilizzo, oltre a considerare un adeguato servizio di manutenzione e assistenza che garantisca nel tempo la funzionalità.

Diversa è la condizione di impianti ad “uso personale” (nella residenza o al luogo di studio/lavoro) utilizzati con frequenza da una (o più) persona che ne ha bisogno: in questi casi l’impianto è tenuto con cura e costantemente messo in funzione. In questo modo il grado di affidabilità del montascale è maggiore.

Nel caso dell’impianto ad “uso collettivo“, diverso è il discorso se lo stesso viene installato in un contesto con alta frequentazione di persone in carrozzina (associazione, scuola, impianto sportivo) e quindi, viene utilizzato frequentemente, rispetto alle situazioni in cui viene installato per pure ragioni di adeguamento normativo in cui si rispetta la formalità dell’adeguamento, ma non sempre viene garantita una accessibilità effettiva e sostanziale.

Il problema – del cattivo funzionamento dei montascale –  non dipende tanto dal prodotto in sé, ma da come viene installato e dell’assistenza che richiede. Proviamo a trarre alcune considerazioni, che possono valere in generale per gli interventi di accessibilità.

Normativa e/o Fruibilità. Quante volte viene installato un servoscala solo per “essere a norma” senza considerare l’effettivo utilizzo da parte di chi ne ha bisogno? Se davvero, come ritengo, abbiamo “una buona norma, ma una cattiva applicazione” dipende anche da situazioni di questo tipo. L’obiettivo della normativa – rispetto all’esistente – è quello di un effettivo adeguamento: rendere accessibili strutture che in origine non consideravano questo requisito; non sempre la semplice installazione di un montascale è in grado di risolvere tutti i problemi. Un adeguamento formale – sulla carta, per avere le necessarie autorizzazioni – non sempre corrisponde ad una effettiva soluzione di accessibilità per le persone disabili.

Normalità di Immagine. Il montascale a pedana – finalizzato all’utilizzo da parte della persona in carrozzina – è diventato l’emblema della “soluzione per disabili” (spesso considerata come soluzione di facile realizzazione e quindi anche abusata). Per la sua stessa natura viene utilizzato dalla persona in carrozzina e in questo modo l’elemento diventa “stigmatizzante”, ovvero sottolinea la sua specificità per un’utenza particolare (chi usa la carrozzina) perdendo ogni normalità di immagine (rispetto ad un elevatore o ascensore che può essere utilizzato “da tutti”).

Soluzioni per l’Utenza Ampliata. Anche se teoricamente il montascale (così dice anche la normativa) può essere utilizzato dalla persona in carrozzina ma anche dalla persona in piedi, difficilmente viene utilizzato da altri tipi di utenza (anziani, mamme con passeggini o bambini piccoli) che possono comunque aver bisogno di un ausilio per il superamento dei dislivelli (fino ad arrivare a situazioni paradossali – come di recente accaduto in un museo milanese – dove ad una persona con difficoltà di deambulazione – per esito da poliomielite – non è stato fatto usare il montascale perché la signora non era in carrozzina!)

Indicazioni progettuali.

Un progetto non è determinato a priori: in base alle esigenze, al contesto ai vincoli di partenza il progettista è chiamato, di volta in volta, a trovare la soluzione migliore, per quella determinata soluzione. Pertanto la scelta del montascale non può essere una scelta a priori, ma deve essere ponderata – come tutte le scelte – in base ai vincoli del progetto, agli obiettivi e alle diverse possibilità di soluzione.

Spesso – specie sulla “carta” – è semplice indicare un “rettangolino” con la scritta “montascale” e pensare di aver risolto ogni problema. E’ importante, invece, curare con attenzione anche la scelta progettuale di installare un montascale.

E’ importante conoscere le diverse caratteristiche del prodotto  e conoscere gli ingombri della parte mobile (pedana) e delle guide (considerando anche il sistema di ancoraggio).

La forma della scala determina il tipo di impianto:se si prevede un percorso lineare si utilizzano impianti rettilinei (con una guida di un solo tratto diritto),
quando invece si prevede un percorso con  curve (per seguire l’andamento della scala o per “parcheggiare” la pedana in posizione discosta) l’impianto è di tipo diverso e prevede delle guide di altro tipo che devono seguire l’andamento e le variazioni di pendenza della scala.

Un altro aspetto importante è quello degli ingombri della pedana in funzione della larghezza della scala. Questi dipendono dal tipo di guide (e della modalità di ancoraggio) ma anche dalla dimensione della pedana e, sopratutto, dall’ingombro della pedana in movimento, specie nei punti di svolta.

Infine, ma non meno importante, è necessario considerare – oltre agli ingombri della sola pedana – anche i necessari spazi di accostamento.

E’ importante infatti aver ben presente che nella parte alta della scala la pedana non ha bisogno di spazi particolari: arrivata alla quota di “sbarco” la pedana si allinea al pianerottolo (restando sopra i gradini della scala) e, aperte le barre di protezione e le bandelle della pedana, permette alla carrozzina di accedere al pianerottolo che è stato raggiunto. Diversa, invece, la questione all’inizio della scala – nella parte bassa – dove la pedana deve essere appoggiata al pavimento, prima della scala, e disporre di spazi adeguati per l’accostamento e l’imbarco della carrozzina sulla pedana, che può avvenire frontalmente (soluzione preferibile) o lateralmente.

Da considerare poi – specie per un utilizzo mirato del montascale a pedana – le caratteristiche della persona e della sua carrozzina: un conto è la situazione di una persona di corporatura minuta con una carrozzina manuale super-leggera, diversa la considerazione per una persona con corporatura robusta con una carrozzina elettronica (indubbiamente più pesante).

In merito alla questione sicurezza, anche il servoscala a pedana rispetta tutti i requisiti previsti dalla normativa: comandi (uomo presente), sicurezze anti-schiacciamento (anche per la presenza di un oggetto sulla scala),
verifica della chiusura dei dispositivi di sicurezza (protezione e bandelle mobili della pedana)
Ricordiamo infine alcuni aspetti generali legati all’installazione del montascale:

o    L’installazione non richiede interventi murari, in generale si tratta di un intervento semplice e “pulito”; da prevedere la predisposizione di una linea elettrica per l’impianto (intervento che un buon elettricista è in grado di fare, allacciandosi alla linea elettrica esistente, condominiale o privata)
o    L’installazione non richiede alcuna autorizzazione edilizia. Trattandosi di un dispositivo per il “superamento delle barriere architettoniche” può usufruire dei contributi previsti dalla Legge 13.
o    Assistenza e Manutenzione. Come tutti i dispositivi meccanici è bene prevedere un intervento di manutenzione programmato (almeno una volta all’anno) per garantire il funzionamento e un servizio di assistenza in caso di guasto.

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