I Nonni, i nipoti e il dialogo... biunivoco!

Scritto da Stannah il 20-10-2010

Spesso si dice che la società moderna sia molto, a volte troppo, rapida e che di questo ne risentano le relazioni umane, compreso il dialogo tra le generazioni. In particolare, si teme che alle nuove non interessi più confrontarsi con le precedenti, anche per effetto del “ringiovanimento” degli anziani, ormai non più considerati come depositari di saperi e di saggezza. Eppure, proviamo a guardare le cose da un’altra prospettiva: chi l’ha detto che anche i nonni non possano apprendere qualcosa dai nipoti? A suggerire l’originale punto di vista è Luciana Quaia nell’articolo che pubblichiamo oggi nell’area Magazine, settore Nonni e nipoti. La nostra psicologa prende spunto dalla Festa dei nonni celebrata lo scorso 2 ottobre, soffermandosi in particolare sulle caratteristiche del rapporto tra loro e i “figli dei figli”. Come tutti i rapporti umani – osserva – anche quest’ultimo funziona meglio se è di tipo biunivoco, cioè quando si dà e si riceve da entrambe le parti. Per esempio, che cosa possono imparare i nipoti dai nonni di oggi? La storia della propria famiglia, per dirne una, ma più in generale possono, come un tempo, confrontarsi con il passato ascoltando le storie di chi è vissuto prima di loro; invece, che cosa possono imparare i nonni dai nipoti? Per esempio, a usare le tecnologie, come dimostra il grande successo delle lezioni di alfabetizzazione informatica della Fondazione Mondo digitale, di cui abbiamo parlato più volte. In fin dei conti, dice l’esperta, anche se il mondo si è fatto più veloce, gli esseri umani hanno sempre bisogno degli altri per costruire la propria identità. In particolare, cercano il confronto con chi ha già vissuto l’esperienza che stanno affrontando in un dato momento… e spesso, nel caso dei computer, sono proprio i nipotini a saperne di gran lunga di più degli adulti! Voi che cosa ne pensate? Avete chiesto aiuto ai vostri nipoti per imparare a navigare o per sbarcare su Facebook e Twitter? Diteci la vostra. Anzi, “taggateci”!

Leggi l’articolo di Luciana Quaia

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