Le agevolazioni lavorative per chi assiste i propri cari

Scritto da Gaetano De Luca il 28-07-2011

Non tutti sanno che il nostro ordinamento giuridico prevede diverse agevolazioni lavorative che possono essere utilizzate per assistere i nostri familiari con problemi di salute.

Ogni lavoratore privato e pubblico ha infatti la possibilità di usufruire di tutta una serie di permessi e congedi riconosciuti dalla legge per poter stare vicino ai propri familiari che necessitano di assistenza a causa della loro condizione di non autosufficienza.

La regolamentazione di queste agevolazioni lavorative risulta abbastanza complessa a causa della diversità delle situazioni in cui possono essere richieste e a causa delle numerose modifiche normative che si sono succedute in questi anni.

La agevolazioni lavorative più conosciute ed utilizzate sono i “famosi” permessi Legge 104 ed il congedo di due anni. Il nostro sistema normativo prevede poi anche altre facilitazioni come il divieto di trasferimento, la possibilità di scegliere la sede di lavoro più vicina, il divieto di lavoro notturno e i permessi per gravi infermità.

Vi possono poi essere ulteriori agevolazioni non previste dalla legge, ma riconosciute direttamente dalla Contrattazione Collettiva Nazionale dei diversi settori oppure riconosciute dalla stessa  azienda (c.d. contrattazione aziendale) .

Nei prossimi mesi avremo modo di esplorare ad una ad una le principali agevolazioni, cercando di capire esattamente in cosa consistano, come ottenerle, a quali condizioni e come evitare di commettere errori che ne comprometterebbero il concreto utilizzo.

Prima di iniziare questo viaggio attraverso i diversi permessi e congedi è necessario però chiarire alcuni aspetti che stanno alla base di tutte le agevolazioni.

Innanzitutto è importante sapere che quasi tutte queste facilitazioni possono essere richieste solo laddove il familiare che si assiste abbia una certificazione di invalidità civile. Per alcuni tipi di agevolazioni (permessi, il congedo retribuito, il divieto di trasferimento) occorre un ulteriore riconoscimento, la certificazione di handicap grave ai sensi della Legge 104.1992.  Insomma non basta produrre al proprio datore di lavoro un certificato del familiare da cui emerge il suo precario stato di salute, ma occorre la sua certificazione di disabilità (invalidità civile o handicap).

Occorre poi fare attenzione al fatto che molte agevolazioni (permessi Legge 104, congedo retribuito di 2 anni, divieto di trasferimento) richiedono il possesso di una certificazione in cui vi sia accertata la sussistenza della condizione di gravità dell’handicap (art. 3 comma 3 Legge 104.1992), non essendo sufficiente il semplice certificato di handicap senza gravità.

Le agevolazioni che richiedono invece solo il possesso del certificato di invalidità civile  solitamente richiedono una percentuale di invalidità minima, al di sotto della quale non se ne ha diritto.

Prima di chiedere un permesso o un congedo bisogna quindi vedere bene la certificazione del proprio familiare.

I familiari che possono beneficiarne solitamente sono il figlio, i genitori, il coniuge, i parenti e gli affini entro il 2 grado (talvolta a determinate condizioni  parenti entro il 3° grado).

Restano pertanto fuori le c.d. famiglie di fatto .

La maggior parte delle agevolazioni lavorative (permessi e congedi) comportano una sospensione del rapporto di lavoro per un periodo durante il quale è garantita non solo la conservazione del posto di lavoro, ma spesso anche la retribuzione

La conservazione della retribuzione è assicurata quasi sempre dalla copertura degli enti previdenziali (Inps per i lavoratori privati e Inpdad per quelli pubblici). In altre parole nei giorni di assenza il datore di lavoro paga ugualmente la retribuzione e poi recupera successivamente l’importo dall’ente previdenziale, “scalandolo” dai contributi previdenziali che deve versare per la generalità dei suoi dipendenti. Ciò spiega il motivo per cui quando si usufruisce di molte agevolazioni occorre rapportarsi con l’Inps o l’Inpdap: sono loro a pagare! E questo è il motivo per cui sull’argomento gli enti previdenziali hanno emanato numerose circolari, che spesso interpretano in modo restrittivo la normativa nazionale.

E’ utile infine chiarire come di tutto questo sistema possono beneficiarne solo i lavoratori che hanno un contratto di lavoro di tipo subordinato. Restano pertanto fuori tutti gli altri tipi di lavoratori (lavoratori a progetto ed in generale i lavoratori autonomi).
In attesa di entrare nel vivo delle singole agevolazioni e prima di chiederne il riconoscimento al vostro datore di lavoro cominciate a capire se il vostro familiare è già in possesso della certificazione necessaria.

Nella prossima tappa di questo viaggio vi illustrerò come poter usufruire dei permessi della Legge 104, che costituiscono l’agevolazione lavorativa più conosciuta ed utilizzata dai lavoratori dipendenti.

Ci ritroviamo a fine agosto
Buone vacanze

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