La pensione italiana diventa "mobile"

Scritto da Alessandra Cicalini il 03-11-2010

Andare in pensione può essere una liberazione ma anche un rischio: chi non è pronto a reinventarsi una nuova vita potrebbe subirne il contraccolpo non solo psicologico. Una ricerca americana ha per esempio messo in luce l’esistenza di una correlazione tra pensionamento e rallentamento delle proprie capacità mnemoniche. L’indagine si è basata sulla somministrazione di test della memoria a pensionati provenienti da undici Paesi diversi, tra cui l’Italia, che non avrebbe ottenuto risultati molto brillanti. Chissà se le performance dei futuri pensionati della Penisola saranno migliori una volta che sarà andata a pieno regime la riforma introdotta con il decreto legge 78 del 31 maggio scorso.  Con questo provvedimento, infatti, sono destinati ad aumentare gli italiani che andranno in pensione più tardi per effetto dello slittamento delle finestre per il pensionamento a partire dal prossimo primo gennaio 2011. Solo da quella data, i titolari di pensione di anzianità o di vecchiaia dovranno aspettare un po’ di più di quanto aveva stabilito la riforma entrata in vigore nel 2008 di cui avevamo parlato diffusamente.
In particolare, i lavoratori dipendenti dovranno aspettare fino a nove mesi in più rispetto al sistema stabilito nel 2008, mentre gli autonomi potrebbero attendere fino a un anno in più.
In concreto, che cosa succederà dal prossimo anno? Vediamolo nel dettaglio, nell’articolo che pubblichiamo oggi nell’area Magazine, settore Lavoro e Pensione.

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